PANORAMICA
E’ primo pomeriggio, siamo a
Bergamo in via Torquato Tasso e stiamo per raggiungere Claudio Mapelli,
presidente della sezione provinciale di Bergamo dell'Unione Italiana Ciechi ed
Ipovedenti, per farci raccontare la sua esperienza e le attività dell’associazione
sul territorio Bergamasco.
Dal 1978, la biblioteca Braille
si trova in Via Torquato Tasso al civico 4, nello stesso complesso che ospita
la Biblioteca Scientifica Caversazzi.
L’ingresso della biblioteca lo trovate in fondo al cortile angolo a sinistra,
o, entrando da via Sora, la prima porticina a destra.
Vi consigliamo di farci un salto. La biblioteca è aperta da martedì a venerdì
con orario continuato dalle 9:30 alle 16:30.
Come ci racconterà a breve il
Presidente Mapelli, la biblioteca negli anni è diventata sempre più il centro
operativo dell’associazione, nonché, come ama definirla, una “sorta di
Circolino”, dove ritrovarsi per chiacchierare, confrontarsi, progettare e
pranzare in compagnia.
Decidiamo di accedere da via Sora suonando il primo campanello in alto sul
citofono. Ad accoglierci arriva la Signora Bonalumi Irma, una delle consigliere
della Sezione Provinciale di Bergamo dell’Associazione.
L’atmosfera di operatività e convivialità di cui ci parlerà il Presidente
Mapelli si respira fin da subito nell'aria. Due giovani ragazzi, studenti
dell’Istituto Natta, si stanno preparando per una verifica. Sul tavolo sono
impilati una serie di fogli con vicino un “coltellone” che verranno utilizzati
per realizzare un libro in rilievo commissionato dal comune di Bergamo.
Gea, il cane guida del Signor Mapelli, ci viene incontro, imponente e
rassicurante come una cane guida deve essere, alla ricerca di coccole, mentre
noi ci guardiamo intorno in questo spazio dove gli scaffali raccontano l’evoluzione
del rapporto con la lettura delle persone non vedenti.
Si parte dai libri in Braille e dalle stampanti Braille, si passa alle barre
elettroniche per interfacciarsi con gli scritti digitali, per arrivare ai libri
in formato MP3.
Mentre la Signora Irma ci offre un caffè e nell'aria si sente il suono del
voice over degli smart phone (ultimo traguardo raggiunto dalla tecnologia per
rendere sempre più facile la mobilità dei disabili visivi anche nel mondo
digitale) ci accomodiamo per iniziare una lunga ed interessante chiacchierata
che attraverso curiosità, aneddoti e riflessioni ci porterà a scoprire molto di
questa associazione che da 100 anni si batte per la tutela ed i diritti dei
ciechi e degli ipovedenti.
Il Presidente Mapelli è
una persona assolutamente disponibile, appassionata e dedita al suo lavoro, che
sa catturarti con il suo spirito leggero ed ironico.
A soli vent'anni ha perso la
vista a causa di un incidente di caccia. È il 1972 e grazie al Sig.Francesco
Colleoni , a cui è dedicata la sala della biblioteca, che, come ci
racconta, lo << tira per le orecchie >>, entra a
far parte dell’associazione. Nel 1978 è nel consiglio regionale della sezione
bergamasca e da lì, dopo aver ricoperto per tre legislazioni la carica di
vicepresidente, ci dice con modestia, << sono arrivato alla
carica di presidente…sapete al quarto mandato non ci potevo più stare a fare il
vice-presidente e così mi hanno fatto presidente>>.
Modestia subito corretta dalla Signora Bonalumi << detta così
sembra caduta dalla pianta la presidenza >>, carica che invece
si è meritato ed ha ottenuto con impegno e dedizione.
Con il 2020 scadrà la sua carica presidenziale e se verrà rieletto ci dice che
si dedicherà con ancora maggior impegno ai temi ed ai discorsi portati avanti
fino ad adesso.
È una giornata fitta di impegni quella del presidente dell’associazione che
inizia la mattina alle cinque e si conclude tornando a casa alle sei di sera.
La mattinata è dedicata alle attività amministrative nella sede dell’associazione
in via Diaz, per poi spostarsi al pomeriggio qui in biblioteca per le attività
più operative dell’associazione.
Qua è questione di lavorare di impegno e di pedalare. Le attività sono talmente tante e tali che bisognerebbe dedicare non otto ore al giorno, ma 24. Ci sono periodi che non riusciamo nemmeno a girarci per le iniziative. Sembra una cosa banale per una onlus, ma abbiamo 1000 associati. Il nostro, quello visivo, è un problema particolare, che sembra essere tra i più gravi dell’invalidità. Non so se sia vero o meno, anche perché io non me lo sento addosso così pesante.
LA STORIA DELL' U.I.C.I A LIVELLO NAZIONALE
L’Unione Italiana dei Ciechi e
degli Ipovedenti ONLUS-APS (U.I.C.I) è un’associazione fondata nel 1920 a
Genova da Aurelio Nicolodi, un ufficiale che perse la vista durante il primo
conflitto mondiale.
I valori dell’U.I.C.I. “un secolo dopo, sono gli stessi che hanno ispirato il suo
fondatore, convinto assertore dell’emancipazione e dell’integrazione delle
persone con disabilità visiva.
Accogliere, ascoltare, sostenere, tutelare, condividere, includere, sono i valori fondativi dell’U.I.C.I. che da 100 anni promuove l’uguaglianza dei diritti con impegno, passione, dedizione, tenacia e autorevolezza, per donare luce alle persone cieche, ipovedenti e con disabilità plurime, in tutta Italia.
Centinaia di donne
e di uomini animati da puro spirito di volontariato e segnati dalla stessa
disabilità lavorano ogni giorno con fervore e competenza per offrire risposte
alle persone con disabilità visiva di tutte le età. Cittadini tra i cittadini,
persone tra le persone: questo è il traguardo che l'Unione persegue.”
Valori promossi e sostenuti in
tutti gli ambiti del vivere sociale: “Istruzione, Lavoro, Ri-Abilitazione,
Mobilità, Sport, Autonomia, Sperimentazione e Ricerca, sono le parole chiave
che si concretizzano nell’azione quotidiana dell’associazione che ha creato
strumenti e strutture operativi come il Centro Nazionale
del Libro Parlato, l'I.Ri.Fo.R. (Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione),
il centro studi e riabilitazione "Le Torri" di Tirrenia, l'U.N.I.Vo.C. (Unione Nazionale Italiana
Volontari pro Ciechi), l’INVAT (Istituto Nazionale di
valutazione ausili e tecnologie) e la IURA (Agenzia per i diritti delle persone con disabilità).
E portati avanti in sinergia con
le altre realtà che si occupano di disabilità: “L'Unione ha anche istituito
la Sezione Italiana della Agenzia Internazionale per la Prevenzione della
Cecità e fa parte, quale membro fondatore, della Federazione tra le
Associazioni Nazionali delle persone con Disabilità (FAND) e dal 2019 fa parte del Comitato
Testamento Solidale.”
L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti è un’associazione che ha attraversato cento anni di storia e che ha
accompagnato, consigliato e guidato la nostra repubblica verso un futuro ed un
presente di maggiore uguaglianza ed integrazione per le persone con disabilità
visiva.
U.I.C.I DI BERGAMO: PAROLA D'ORDINE "SENSIBILIZZARE"
Se l’obiettivo dell’Unione
Italiana Ciechi e Ipovedenti è la tutela ed il sostegno dei diritti dei
disabili visivi, la parola d’ordine sul territorio Bergamasco è sensibilizzare.
Chiediamo al Presidente Mapelli
cosa è per lui la disabilità:
<< La disabilità è
un punto di partenza, è un handicap rispetto a chi è normo dotato. Che poi è da
vedere, vorrei capire i normo dotati dove sono ... >> ironizza
il Presidente. << La disabilità è sicuramente un problema in più
rispetto ad uno che vede. Un handicap, che sia nel movimento, alla vista, nel
linguaggio, all’udito, ti mette in condizioni peggiori rispetto alla maggior
parte delle persone che ti circondano. Il sentirselo addosso però è soggettivo.
C’è chi lo sente di più, chi meno, chi invece ci naviga >>.
La disabilità è legata a quanto il mondo esterno ti conosce
Per questo conclude Claudio
<< la disabilità è legata a quanto il mondo esterno ti conosce.
Ti faccio un esempio. Fino a trenta, quaranta anni fa, prima che intervenissimo
nelle scuole elementari, non avevamo contatto, dialogo con le persone. Le
persone sul treno mi guardavano, so che mi guardavano, chiedendosi “cos'è? un
UFO? ”, per via del cane guida . Da quando siamo intervenuti nelle scuole
raccontando, anche tramite lo sport, cos'è l’handicap visivo, è nato un nuovo
rapporto. Salgono ragazzi sul treno che hanno vent'anni e dicono “ciao
Claudio”…cose che prima non succedevano. Siamo noi che dobbiamo proporci per
debellare l’handicap. Noi dobbiamo essere disponibili al massimo delle nostre
possibilità. Se poi dall'altra parte trovi il muro, allora tiri fuori le
unghie. Però per prima cosa sei tu che devi metterti in gioco >>.
Noi dobbiamo essere disponibili al massimo delle nostre possibilità. Se poi dall’altra parte trovi il muro, allora tiri fuori le unghie. Però, per prima cosa sei tu che devi metterti in gioco.
Spostandoti in città si incontra
di tutto: << L’autista dell’autobus che ti vede con bastone e
cane e ti grida “ti serve l’8?”, tu rispondi, "no grazie aspetto il
9" ed è finita lì. A volte però trovi il non vedente introverso, con la
luna di traverso che risponde “ma fatti gli affari tuoi”, e così il dialogo e
la conoscenza reciproca sono belli che finiti…
O qualcuno si
offre per aiutarlo ad attraversare, “le do una mano?”, e in modo brusco viene
rifiutato l’aiuto. Non è il modo di farci conoscere per superare l’handicap.
Alcuni sono incazzati con la vita o sono solo maleducati, come capita in ogni
fascia di popolazione.
Poi succede anche
che trovi il vedente troppo esuberante che sei al semaforo e ti prende per un
braccio e ti porta dall'altra parte della strada e tu non volevi andare di là,
stavi solo aspettando un amico >>, ridiamo
di gusto << A volte si esagera, ma la lingua è fatta per parlare.
Le persone cieche devono ironizzare sulla loro situazione. Chi ironizza è più
accetto dalla società. Chi fa il piagnone è un peso. Quando ironizzi hai
accettato il tuo problema. Cerchi di costruirci sopra ed andare avanti >>.
Chi ironizza è più accetto dalla società. Chi fa il piagnone è un peso. Quando ironizzi hai accettato il tuo problema. Cerchi di costruirci sopra ed andare avanti.
È in questa prospettiva che
prendono vita le attività organizzate dalla sezione provinciale di
Bergamo della U.I.C.I., che quest’anno saranno dedicate al centenario
dell’associazione.
LE ATTIVITA' PER IL CENTENARIO DELL' U.I.C.I
Quando chiediamo al Sig. Mapelli
di raccontarci le attività in programma, lui ci risponde sorridendo,
probabilmente per riorganizzare le idee e scegliere da quale, tra le tante
attività, iniziare << adesso, per dirvi una cosa fresca, stiamo
programmando per il centenario dell’associazione una mostra tattile presso lo
studio dell’associazione culturale
cento4 in Via Borgo Palazzo. Ci saranno sculture di
artisti contemporanei Bergamaschi e non. Noi non vedenti condurremo persone
vedenti bendate a scrutare con il tatto delle mani queste sculture. Li
inviteremo a chiedersi cosa capiscono con il tatto. Finito il giro, li
sbendiamo e potranno così confrontare cosa gli ha detto il tatto e cosa gli
avrà detto la vista>>.
Questa iniziativa si affianca
a Valori Tattili, progetto già attivo presso l’Accademia Carrara e patrocinato dalla
U.I.C.I. in collaborazione con Lions Club Bergamo
Host.
Valori Tattili, Sei sculture
della Collezione Zeri raccontate da persone cieche che sono state formate per
un periodo di sei mesi per essere pronte a guidare vedenti e non vedenti.
Come racconta Francesco, uno dei mediatori, questi sono
<< progetti che mirano a superare l’approccio diversificato che
evidenzia implicitamente la disabilità dei non vedenti rispetto agli altri,
permettendo l’uso del tatto ai primi e impedendola ai secondi, quasi come a
dire che al vedente basta la vista per capire a fondo una scultura, mentre il
non vedente cerca di supplire a tale gap con l’uso del tatto. L’esplorazione
tattile invece fa sì che la fruizione dell’opera d’arte sia la stessa. Il tatto
resta pur sempre il senso che meglio ci permette di comprendere un’opera d’arte
scultorea, restituendoci molte più emozioni rispetto allo sguardo >>.
In un mondo dove il senso della
vista è predominante, spesso in modo inconsapevole, non ci rendiamo conto delle
sensazioni percepite dagli altri sensi e le loro potenzialità. Per dirla come
il Presidente Mapelli << Guarda, non sai cosa copre la vista,
cosa perdi con la vista…e cosa guadagni con la vista >>.
Il racconto del Presidente
Mapelli delle attività in programma per il 2020 continua con l'ottava edizione
della Corridog che si terrà
il 5 Aprile 2020. << Tutti i cani in piazza qui a Bergamo. Tutti
con la pettorina, cani guida e non. L'abbiamo ideata per sensibilizzare
l’opinione pubblica sui problemi delle scuole dei cani guida che fanno acqua da
tutte le parti. La Sezione dell'U.I.C.I. di Bergamo si è impegnata in prima
persona insieme alla Proloco per organizzare questa
manifestazione che si sta allargando e che è riconosciuta anche a livello
nazionale. Nel 2019 è andata male, c'è stata una bufera…negli anni precedenti
invece abbiamo messo più di 500 pettorine. Si gira sulle mura poi si viene giù.
Arrivati in Piazza Dante viene fatta un'estrazione a premi che è riferita alla
pettorina. Il resto del pomeriggio è dedicato a dimostrazioni di addestramento
dei cani guida, dei cani da salvataggio, pet therapy e altro ancora.>>
Tornando all'utilizzo dei sensi
diversi dalla vista per esplorare il mondo che ci circonda il Sig. Mapelli ci
racconta con entusiasmo del progetto del Tunnel Sensoriale, un tunnel lungo 14 metri, largo 1.25 metri e alto 2,5 metri. Tutto in
legno e progettato e realizzato da artisti bergamaschi.
Si entra da un lato e si esce dall'altro. Buio completo. Si entra a piedi nudi. Nel Tunnel Sensoriale viene raccontata una storia che va letta con il tatto, con i piedi, con le mani, l'udito e l'olfatto. E' la storia della vita. Dall'utero fino all'ultimo giorno della vita.
Il Tunnel Sensoriale è stato
ospitato fino a Novembre del 2019 presso l'Hospital Street dell'Ospedale Papa
Giovanni XXIII. Dove verrà spostato per la prossima esposizione? Il Presidente
Mapelli ci dice che sono in molti a richiederlo. Per il momento non ci sa dire
dove andrà e non ci vuole raccontare troppi dettagli per non rovinarci
l'esperienza ... << Non vi dico di più...Nella sezione
dedicata all'alimentazione ci sono degli spazi in terra che saranno larghi un
metro dove in uno c’è il grano turco sgranato e in quello successivo il
frumento. Sulle pareti in contemporanea con le mani puoi toccare delle
pannocchie di grano turco e più avanti sentire l'odore del pane. Ti avvicini
con il naso e capisci che è pane, i piedi ti danno altre indicazioni e se non
riesci con i piedi ti abbassi….cerchi, trovi, capisci cosa fare…>>.
Con questo centenario ci sarà un bel po' di movimento!
U.I.C.I: I SERVIZI PER L'INCLUSIONE SOCIALE
rLa sezione territoriale
dell'Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti è presente sul territorio bergamasco
fin dal 1963 ed oltre a svolgere quel ruolo di rappresentanza e tutela che la
normativa le assegna, opera costantemente per una vera e completa inclusione
sociale, agendo in proprio o in collaborazione con Enti e Soggetti pubblici e
privati, in svariati campi riconducibili a problematiche e necessità vecchie e
nuove che comporta la disabilità visiva.
Per darci un'idea della vastità
e complessità dei servizi che offre la Sezione di Bergamo dell'U.I.C.I il Presidente
Mapelli ci racconta della consulenza offerta nell'ambito della Tiflodidattica,
cioè la scienza che studia le problematiche di persone con disabilità visiva
nella sfera dello studio, con particolare riferimento alla Scuola dell'infanzia
e alla Scuola primaria << All'interno dell'U.I.C.I. abbiamo I.R.I.F.O.R. che è l'ente di ricerca che sviluppa e produce tecnologie per
supportare i disabili visivi nello studio e si occupa di formare gli insegnati in
grado di insegnare ai non vedenti. Offriamo corsi tenuti da insegnati
I.R.I.F.O.R che sono iscritti ad un albo nazionale e che sono quindi
specializzati per insegnare ai non vedenti. Quello che collabora con noi è un
non vedente. Tante volte è un vantaggio che sia non vedente, perché uno che
vede, nell'insegnarti ad usare una tecnologia sbaglia dei passaggi. >>
Altro campo nel quale vengono
investite molto energie è lo sportello di ascolto per il superamento
dell'handicap visivo, sportello dove è attiva la Signora Bonalumi. E' un
importante servizio sociale realizzato con il patrocinio e la collaborazione
dell’ A.S.L. di Bergamo e la collaborazione del Centro di ipovisione e riabilitazione visiva dell’Ospedale Papa Giovanni
XXIII. Ascolto psicologico soprattutto per coloro che hanno
perso la vista da adulti o che nel vivere quotidianamente la loro cecità
incontrano particolari problemi personali. Il servizio che affonda le proprie
radici nell'incontro empatico tra l’operatore e l’utente, si prefigge di far
riacquistare all'utente la consapevolezza e la fiducia in se e nelle proprie
potenzialità e capacità residue, riconducendole gradatamente a riappropriarsi
il più possibile ed in modo naturale della sua esistenza, seppur partendo da
condizioni ormai diverse, per favorire al massimo un suo recupero e
reinserimento affettivo e sociale. Nel caso veniste a conoscenza di persone che
possono essere possibili fruitori di questo “Sportello”, ci pregano di voler
diffondere questa informazione e stimolare i potenziali utenti a rivolgersi
all'associazione senza timori e con fiducia.
E’ attivo un Servizio di consulenza a supporto dell’inserimento scolastico che si inserisce in una tradizione che risale agli anni 70, quando è stato proprio da Bergamo che è iniziano l’inserimento di bambini e ragazzi con disabilità visiva nella scuola pubblica.
Il servizio di supporto non si
esaurisce all'ambito scolastico, ma continua con impegno e massima
disponibilità anche per quanto riguarda l’inserimento nel mondo del
lavoro.
La consulenza si estende poi
anche al reperimento del materiale tiflotecnico, cioè tutti gli
ausili sia hardware che software che suppliscano al deficit visivo di una
persona, mediante l'utilizzo di altri canali sensoriali, per avere accesso
all'informazione, migliorare l'autonomia personale o svolgere una determinata
attività.
Non manca poi l’attenzione
al cibo e alla cucina. La Sezione di Bergamo della U.I.C.I. è dotata di una
cucina ben attrezza per disabili visivi dove vengono organizzati corsi di
autonomia domestica e cucina.
Infine, un tema a cui forse non
si penserebbe e sul quale il Sig. Mapelli ci porta a riflettere è quello dell’autonomia
nel firmare i documenti. Le attuali normative prevedono che la firma del
cieco abbia piena validità legale. Ma, come normalmente avviene, per una
persona non vedente dalla nascita l'atto del firmare non è affatto naturale, ne
può aiutarlo la sua anche se buona capacità di immaginazione. Per le persone
che invece hanno perso la vista da adulti, bisogna aiutarle a riutilizzare con
metodo diverso quella capacità che già possedevano. Partendo da queste considerazioni,
ci racconta il Presidente Mapelli, la Sezione di Bergamo organizza corsi
gratuiti per l'apprendimento dell'atto del firmare.
PRESIDENTE MAPELLI, DI COSA E' PIU' ORGOGLISO?
Gruppo Sportivo Omero e la cooperativa “La Sfida” con la quale siamo leader a livello nazionale!
<< Abbiamo fondato
la Cooperativa la Sfida che è
costituita da soci dell'Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti. L’Unione è
azionista principale e detta anche a livello amministrativo la politica della
cooperativa. Abbiamo 15 dipendenti dal 2006 ad adesso. Gestiamo contratti con
Brembo, la Lovato, il Comune di Bergamo, il Comune di Seriate. Ad esempio
abbiamo creato posti di lavoro per ipovedenti che digitalizzano e smaterializzano
le pratiche d’ufficio degli atti dei notai. >>
Ce la invidiano un po’...
<< Non è la
classica cooperativa delle 4€/h. Il nostro obiettivo non è far soldi, ma
garantire ad i nostri soci lavoratori uno stipendio ed un contratto dignitoso.
Dal 2006 ad oggi gli azionisti non hanno mai voluto un dividendo. Ci interessa
far lavorare soci non vedenti. Stiamo studiando nuovi sbocchi
professionali. >>
Per quanto riguarda il gruppo sportivo Omero ci spiega che è a livello nazionale uno dei più attivi e ci racconta
che è da Bergamo e dal gruppo sportivo Omero che è uscito il campione
paraolimpico italiano, di origine cubana, specializzato nel lancio del disco e
nel getto del peso, Oney Tapia.
LEGGERE CON LE DITA
In un mondo dove la maggior
parte delle informazioni ci arrivano attraverso la vista, essere non vedenti
vuol dire essere esclusi ed essere relegati nell'ignoranza.
Il primo e grandissimo passo verso
l’emancipazione da questa condizione è avvenuto grazie Louis Braille che come
ci sottolinea con enfasi il Sig. Mapelli:
Louis Braille ha dato una svolta ai non vedenti, li ha tolti dagli angoli delle strade, dall'ignoranza, li ha fatti studiare, gli ha dato modo di crearsi una vita.
Louis Braille è stato un
inventore, un rivoluzionario, un amante della vita, vissuto nella prima metà
dell’Ottocento. È divenuto cieco alla tenera età di cinque anni a causa di un
incidente con un punteruolo che gli perforò l’occhio sinistro mentre provava a
imitare il padre, mastro sellaio e conciatore, nel suo laboratorio. Lo stesso
strumento, anni dopo, verrà utilizzato da Braille per ideare e sviluppare la
sua tecnica di scrittura fatta di sei punti in rilievo disposti su due colonne
verticali da tre.
Una storia, quella Louis Braille, fatta di ricerca, di studio,
di sapere e di desiderio. Il desiderio di abbattere barriere e diffondere
conoscenza. La ricerca di un linguaggio universale per leggere e scrivere, non
solo parole, ma anche musica e matematica. Un desiderio di universalità ripreso
più tardi, nel 1949, quando l'Unesco decise di uniformare i vari alfabeti
Braille: il sistema venne così adottato nelle lingue arabe, in quelle orientali
e nei dialetti africani. I ciechi di tutto il mondo, dal 2018, scrivono e
leggono combinando i pallini in 64 modi differenti.
Oggi però, ci confessa il Presidente Mapelli:
I non vedenti vengono qui in biblioteca sempre meno per leggere in Braille. Come vedete ci sono scaffalature di MP3. Ormai il Braille è snobbato, ci spiace dirlo, ma va tutto tramite l’ascolto. È molto meno faticoso usare le orecchie.
Immaginate di
voler leggere, con la nostra voce, ad un bimbo, una fiaba della buona
notte…senza conoscere il Braille, come sarebbe possibile per un non vedente? In questo toccante ed interessante articolo Franco Lisi,
direttore scientifico dell’Istituto dei Cechi di Milano, racconta di
Braille, tecnologia e Letteratura.
La difficoltà nell'imparare il
Braille non è tanto nel sistema, una persona vedente, ci spiega il Sig.
Mapelli, può impararlo in un paio d’ore. La complessità sta nello sviluppare la
sensibilità nei polpastrelli, rendere il senso del tatto in grado di percepire
con rapidità e sicurezze le minime variazioni. Questo processo è lungo, ed è
faticoso, ma è anche l’unico modo per un non vedente di entrare in contatto
diretto con la parola scritta. Ed è proprio questo rapporto diretto che secondo
il Presidente Mapelli non dovrebbe andare perso, ma anzi valorizzato. Questo,
ovviamente, senza nulla togliere a tutti i progressi tecnologici che
<< hanno allargato il campo di azione dei non vedenti di più di
360°, se ce ne fossero >>.
Ci sono progetti dedicati all'insegnamento
del Braille fin dall'infanzia? << Come associazione vogliamo che
gli insegnati di sostegno conoscano le basi del linguaggio. Perché se gli parli
di Braille e non sanno nulla, siamo punto a capo. Adesso i nostri bambini sono
inseriti nelle scuole ordinarie. Non sono più negli istituti. Negli istituti
erano obbligati ad imparare il Braille. Nella scuola ordinaria se già
l'insegnante di sostegno non sa leggere il Braille, capite che il
bambino…certo è fatica…è più facile utilizzare le orecchie…però è un grosso
errore. Anche perché adesso, anche a livello informatico, esistono dispositivi
per convertire il testo sullo schermo in Braille, ed il tutto in tempo reale.
Sono dispositivi velocissimi, se uno sa il Braille se lo gode anche lì. >>
Guardandoci attorno vediamo che
la biblioteca è attrezzatissima, ci sono stampanti Braille e lettori
piezoelettrici per il Braille. Basta un file in word, mezz'ora di tempo ed il
libro è stampato. Sono passati i tempi di Louis Braille quando ci voleva tanta
pazienza e punteruolo per poter avere un libro.
Govely ti accompagna in Braille? Eccolo qui
L’utilizzo del tatto non si
limita alla lettura del Braille, il Sig. Mapelli ci mostra e regala delle
bellissime mappe in rilievo commissionate dal Comune di Bergamo e realizzate
nel 2018 per un progetto promosso dall'Unesco. Lo sguardo in un tocco, un progetto nato per offrire un'esperienza di visita sempre più inclusiva
della città di Bergamo. Le dodici rappresentazioni, che riproducono icone ed
edifici cittadini, mettono in luce le principali caratteristiche
architettoniche e artistiche, semplificandole per agevolarne l’esplorazione
tattile. Ogni immagine è accompagnata da una duplice descrizione in alfabeto
Braille e con caratteri ingranditi e con contrasti cromatici leggibili anche
dagli ipovedenti.
Le rappresentazioni, che con
orgoglio ci racconta il Sig. Mapelli sono state inviate in tutta Italia, sono
realizzate con la tecnica Minolta, una tecnica molto semplice e
ingegnosa, adatta per produrre rapidamente disegni in rilievo partendo anche da
una comune fotocopia. Il procedimento si basa sull'uso di una speciale carta a
"microcapsule". Queste ultime sono cellule termosensibili depositate
sul foglio di carta che si gonfiano ed "esplodono" con il calore.
Sempre con questa stessa tecnica, per un’altra
delle tante collaborazioni attive sul territorio Bergamasco, l'U.I.C.I.,
l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, Sezione di Bergamo, ha ricevuto dal Museo Civico di Scienze Naturali di Bergamo una
commissione per realizzare fotografie di fossili in rilievo con didascalie in
Braille, per il Parco Geologico di Cene.
CIECITA’ TOTALE, CIECITA’ PARZIALE ED IPOVISIONE
L'Unione Italiana dei Ciechi,
fondata a Genova nell'ottobre del 1920, è cresciuta e cambiata negli anni e nel
2010 il XXII Congresso Nazionale, consapevole della nuova realtà sociale e dei
bisogni di questa categoria di cittadini, decide di accogliere
nell'organizzazione anche quei disabili visivi parziali che presentano un visus
fino a tre decimi.
Le sfumature sono molte nel
panorama delle disabilità visive e si passa dal cieco assoluto all'ipovedente
lieve, con risvolti sull'autonomia e la mobilità che per una persona vedente
possono essere difficili da capire ed immaginare.
Il Sig. Mapelli, che è un cieco
assoluto, ci spiega:
Uno quando è cieco si adatta e va, giorno e notte, luci e ombre. Non gliene frega proprio niente. Loro ( i ciechi parziali n.d.r.) invece non sono né carne né pesce. Quel poco che hanno ne vorrebbero di più. Però in certe situazioni non gli serve a niente, anzi li mette in difficoltà. A livello di mobilità si muovono in un modo diverso rispetto a noi che ci muoviamo nel buio completo. Non ho problemi a camminare di notte o di giorno, loro invece si. Basta un’ombra o troppa luce che sono più cechi di chi non vede.
Dal punto di vista normativo La
legge 138/2001 distingue tra ciechi assoluti e ciechi parziali e ancora tra
ipovedenti gravi e lievi. Ma come abbiamo ascoltato dai racconti la situazione
e molto sfaccettata e così per approfondire abbiamo cercato e abbiamo trovato
questi due articoli molto interessanti che approfondiscono il tema.
Noi ipovedenti, i cechi che ci vedono, è un
articolo dal blog dell’associazione Noisyvision dove Nadia Luppi ci racconta
anche attraverso la sua esperienza di Ipovedente le sfaccettature presenti nel
panorama della disabilità visiva.
Chi sono gli ipovedenti?,
articolo dal blog dell’associazione sportiva Omero di Bergamo, dove Dario
Merelli ci spiega in modo chiaro e dettagliato in che modo, sia qualitativo che
quantitativo, vengono caratterizzati i problemi che colpiscono l’apparato
visivo.
GRAZIE E A PRESTO
Lasciamo la Biblioteca Braille
di Bergamo in Via Torquato Tasso, 4, arricchiti dai racconti del Presidente
Mapelli, della consigliera Irma Bonalumi e dei ragazzi incontrati nella
Biblioteca.
Speriamo che questo racconto vi
abbia accompagnato, come è nello spirito di Govely, alla scoperta di questa
storica associazione, l'Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti, che da anni si
batte, con passione e dedizione, per la tutela dei diritti delle persone con
disabilità visiva.
Tornate a trovarci sul nostro blog per trovare altri racconti ed altre storie.
Se volete scoprire di più sul nostro servizio di accompagnamento attivo su Bergamo e Provincia contattateci. Il nostro team sarà felice di rispondere a tutte le vostre domande.
Govely è un servizio di accompagnamento costruito su misura per le tue necessità o quelle dei tuoi cari che hanno difficoltà motorie o non si sentono sicuri negli spostamenti fuori casa.
Govely è con te, dalla porta di casa alla destinazione stabilita. Quando lo desideri e solo per il tempo che lo ritieni necessario.
Intervista: Caterina Corti, Tiziano Tuccella
Testi: Tiziano Tuccella